Analisi della nuova modalità di fatturazione di Booking.com in vigore da maggio 2023, individuazione delle categorie interessate e quantificazione degli effetti delle modifiche tariffarie del portale
Da qualche giorno circolano voci incontrollate fra il popolo degli host e dei property manager. Il terrore dell’Iva e quello della Partita Iva hanno raggiunto i loro massimi livelli. Alcuni host hanno già aumentato le tariffe ancora prima di interpretare le novità dall’Olanda. Addirittura i più preoccupati stanno considerando di chiudere l’attività o lasciare Booking (o almeno così dicono sul social). E’ l’occasione per verificare i fatti, ma soprattutto per fare un punto sulla qualità dell’informazione oggi nel settore.
L’ANTEFATTO
Nel 2019 è stata completata un’inchiesta della Guardia di Finanza del comando provinciale di Genova per conto della Procura di Genova, su Booking e sui suoi adempimenti Iva in Italia.
Al portale olandese veniva contestato di applicare impropriamente il reverse charge sull’IVA anche alle strutture extralberghiere che non sono soggetti Iva, come CaV e B&B non imprenditoriali, e le locazioni turistiche, violando così le norme sull’Iva e omettendo di versare importanti volumi di Iva (si parla di oltre 150 milioni di euro).
Rispetto ad allora la novità è che Booking dal 1° maggio applicherà l’iva correttamente in Italia sulle sue commissioni. Ignoriamo se ci siano state transazioni o accordi con le autorità fiscali italiane.
LA MODIFICA TARIFFARIA
Per adeguarsi alle norme interne (DPR 633/1972), Booking oggi ha modificato la sua tariffazione applicando l’Iva, non all’intera tariffa di tutti gli alloggi, come in molti credono, bensì solo alle proprie commissioni, e solo alle strutture non imprenditoriali e alle locazioni turistiche non imprenditoriali su cui non può effettuare il reverse charge dell’iva.
Verifichiamo ora le informazioni con un
FACT CHECKING in formato FAQ:
L’Iva verrà applicata da Booking sugli incassi delle strutture non imprenditoriali?
No, l’Iva riguarderà solo le commissioni di Booking e non l’intero incasso delle strutture.
La nuova Iva al 22% verrà applicata da Booking sugli incassi delle strutture imprenditoriali?
No, l’Iva al 22% riguarderà solo le commissioni di Booking sulle strutture non imprenditoriali. Gli incassi delle strutture imprenditoriali continueranno a seguire le regole attuali, con Iva (se applicabile) sugli incassi e reverse charge sulle commissioni.
Sugli incassi delle strutture imprenditoriali l’Iva si applicherà al 22% o al 10%?
Sugli incassi delle strutture imprenditoriali, l’Iva continuerà ad applicarsi al 10% o a non applicarsi del tutto nel caso la Scia sia intestata ad un contribuente forfettario.
L’Iva verrà applicata anche sulle commissioni Booking delle strutture imprenditoriali?
No, per le strutture imprenditoriali (soggetti Iva, ma anche forfettari) resterà il reverse charge.
Quale sarà l’effetto Iva sulle commissioni?
Si parla di Iva al 22% sulle commissioni al 18%, quindi per un soggiorno dal valore di 1.000 euro su cui finora Booking applicava il 18%, l’aggravio effettivo sarà di 39,60 euro, pari al 3,96% effettivo dell’incasso lordo. Anche nella peggiore delle ipotesi, quella in cui Booking gestisca anche i pagamenti, le commissioni sono al 19,3%, quindi l’Iva diventa il 4,25% dell’incasso lordo.
Ospitare su Booking diventerà quindi più costoso per i proprietari?
Sì, ma solo del 3,96% e solo per i proprietari con strutture non imprenditoriali.
Prenotare su Booking diventerà più costoso anche per gli ospiti?
Solo se i proprietari e gestori aumenteranno le tariffe per coprire quel 3,96% di incremento delle commissioni Booking. Ma in quel caso, per neutralizzare anche l’Iva delle commissioni Booking sulla maggior tariffa, bisognerà aumentare la tariffa esattamente del 4,12%.
Perchè se ho una struttura non imprenditoriale devo subire uno svantaggio concorrenziale rispetto a una struttura imprenditoriale?
Fa parte delle regole del regime fiscale delle persone fisiche non imprenditoriali e dei forfettari l’impossibilità di dedurre i costi delle commissioni (*), e di questo già bisognava tenere conto nella composizione della propria tariffa. Su questa questione specifica si è goduto dal 2013 ad oggi di un vantaggio, dato che Booking non applicava correttamente l’Iva sulle commissioni, mantenendole più basse, mentre Airbnb applica l’Iva.
(*) in realtà le locazioni turistiche in sublocazione e le strutture ricettive non imprenditoriali, se vengono tassate con Irpef, possono dedurre i costi inerenti, fra cui le commissioni dei portali e, anche se non possono detrarre l’Iva, possono “mettere a costo” le commissioni di Booking Iva compresa, così deducendole dal proprio reddito.
MOLTO RUMORE PER NULLA?
Come abbiamo visto, tanto rumore per nulla. Un incremento nei costi solo per le strutture non imprenditoriali del 3,96%, superabile con un incremento dei ricavi del 4,12%, ha scatenato preoccupazione e reazioni improprie. Molti “influencer” del turismo utilizzano notizie shock solo per attrarre attenzione, senza capacità interpretativa o valore aggiunto, copincollando testi spesso tradotti in modo imperfetto in italiano, come alcune policy dei portali. Un motivo in più per informarsi solo da consulenti qualificati.
Articolo di Sergio Lombardi
Fonte: Extralberghiero_it